Non c’è nulla di offensivo nel sostenere che la senatrice Liliana Segre rifiuta di usare la parola genocidio perché identifica la parola con la propria esperienza dell’Olocausto e non riesce ad accettare che lo Stato di Israele venga accusato di tale crimine. È umanamente comprensibile l’atteggiamento della senatrice Segre, non lo è la strumentalizzazione da parte degli alleati italiani di Netanyahu e dei complici del genocidio.
Non dovrebbe essere necessario ripeterlo ma ribadiamo che l’unicità dell’Olocausto non implica che sia stato l’unico genocidio e che non si possa definire tale, sulla base della definizione del diritto internazionale, quello che sta subendo il popolo palestinese.
L’olocausto fu opera dei nazisti e dei loro complici fascisti i cui eredi oggi sostengono il governo fascista israeliano.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista




