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La Flotilla e i pirati del mare

a cura di Alba Vastano –

“L’iniziativa” è a nome del GAP (Giuristi e avvocati per la Palestina) ma soprattutto a nome dei cittadini italiani che sono imbarcati e che ci hanno fornito le deleghe a procedere”. La settimana prossima denunceremo alla Corte penale internazionale il governo italiano per complicità in genocidio. L’azione della Flottilla è perfettamente conforme al diritto internazionale e non ha violato alcuna norma. In acque internazionali , una nave che batte bandiera italiana è da considerare territorio italiano, dunque ogni reato compiuto a bordo è procedibile . Il governo italiano aveva l’obbligo di tutelare i cittadini italiani” (Giovanni Russo Spena)

C’è chi afferma che l’operazione umanitaria della Global Sumud Flotilla, interrotta illegalmente dai pirati dell’Idf, sia stata inutile e rischiosa e, per questo, è terminata con un prevedibile fallimento. Lo affermano (ndr, come da alcuni post social) anche con denigrazione verso i 497 partecipanti di 47 nazionalità. Persone che, volontariamente, si sono poste a rischio elevatissimo per lanciare al mondo un appello importante che nessuno che si ritenga umano e giusto dovrebbe smentire: rompiamo tutti e tutte il silenzio, riempiamo le piazze, chiediamo giustizia, denunciamo i criminali complici del genocidio in Palestina.

Questo il vero e unico fine degli attivisti, naviganti su quelle piccole vele, per giorni e notti, in acque che, via via, sono diventate sempre più oscure. Eppure, grazie al senso fortissimo della giustizia, unita anche all’incoscienza necessaria del coraggio, hanno continuato a navigare verso l’incognita del viaggio per raggiungere la meta finale, ponendo a rischio la loro stessa vita. Li abbiamo visti e ascoltati nelle varie dirette i partecipanti alla missione. Giovani e meno, positivi e pieni di speranza nel raggiungere l’obiettivo. Quelle acque martoriate di Gaza, dove, da due anni è in atto un genocidio.

I pirati del mare hanno fermato il loro viaggio a poche miglia dalla meta, in acque internazionali che ogni legge riconosce libere .Una prepotenza armata in pieno scherno della legge del mare che riconosce non solo la libera navigazione in acque internazionali, ma anche la libertà di navigare fino alle acque territoriali, in caso di soccorsi umanitari in un territorio il cui popolo subisce torture e fame.

Giovanni Russo Spena, giurista, ex senatore della Repubblica, nell’intervista che segue, chiarisce i punti fondamentali che, con il blocco in mare dell’operazione Flotilla, hanno fatto saltare tutte le leggi che regolano il diritto di navigazione in acque internazionali. Evidenziando che il blocco navale è illegittimo, in quanto a Gaza non è in atto uno stato di guerra, ma un’occupazione di quel territorio e un genocidio.

Alba Vastano: A Gaza è in atto, ormai da due anni, un genocidio. Impossibile negarlo. A tal proposito l’operazione condotta dalla Global Sumud Flotilla , a tuo avviso, ha una connotazione meramente politica, umanitaria per i soccorsi ai Gazawi, o anche morale, finalizzata a rompere il silenzio di molti Stati e a risvegliare un senso di giustizia planetario verso un popolo che sta subendo da troppo tempo la ferocia di Netanyahu , su cui pende un mandato di arresto per crimini di guerra da parte della Corte penale internazionale ?

Giovanni Russo Spena: La Flotilla ha rilanciato il diritto costituzionale ed internazionale. Siamo in un tornante della storia. Sta nascendo un inedito movimento di massa per la pace e il disarmo che travolge e travalica politicismi e frazionismi, che, per la prima volta, riunifica sindacalismo di base e confederale e le mille culture democratiche. Nei cortei, nelle università, nei porti e nelle stazioni bloccate, nello sciopero generale sta, forse, nascendo una politica radicale, determinata, ma anche scientifica e ragionevole. Il nostro lavoro dal basso, come formichine, nelle reti contro le leggi repressive, contro il riarmo, contro il vandalismo ambientale del governo, contro le deportazioni dei migranti, stanno trovando un punto di riferimento nella Palestina libera. Lasciamo vivere questo movimento, che è umano, valoriale, politico, sociale; lasciamo che il vento gonfi le sue vele. Non ingabbiamolo nelle tattiche politiche ed elettorali! Non facciamo lo stesso errore che facemmo con il movimento di Genova nel 2001.

A.V.: Con il blocco dell’operazione Flotilla da parte dell’esercito israeliano è importante conoscere e chiarire quali sono le leggi violate. I volontari della GSF, provenienti da 44 paesi, sono stati fermati in acque internazionali, laddove vige la libertà di navigazione. Questo legge del mare è stata totalmente violata dall’Idf. Cosa sancisce l’art. 87 della Convenzione Onu sul diritto di navigazione in acque internazionali?

G.R.S.: Non possono essere intercettate imbarcazioni in acque internazionali. L’intercettazione è un atto illecito che comporta responsabilità penali. Il governo israeliano disprezza il diritto internazionale. Sono illegali tutti gli atti compiuti contro la Flotilla e gli attivisti. Il governo israeliano sta compiendo, in mare e nelle carceri, atti di pirateria e di sequestro di persone. Si badi bene: Israele non ha alcuna giurisdizione nelle acque internazionali.

A.V.: Quali iniziative giuridiche verranno adottate e da chi per denunciare alla Corte penale internazionale questo atto di pirateria del mare commesso in acque internazionali? Sono già in corso le denunce e quali saranno i prevedibili effetti delle denunce?

G.R.S.: Affermiamo, nonostante ciò che pensa anche il governo italiano, che il diritto internazionale esiste: quello che è accaduto nelle acque extraterritoriali al largo di Gaza va valutato in base allo stato di diritto internazionale. Nei prossimi giorni invieremo, come Giuristi Democratici, alla Procura di Roma, sede competente, molti esposti e denunce. In tutto il paese siamo al lavoro. Come ha sintetizzato l’avvocato Gianluca Vitale, gli obiettivi sono due:” i responsabili degli atti di pirateria compiuti in acque internazionali ai danni di cittadini italiani” e il ” governo italiano, che doveva proteggerli e non l’ha fatto”.

L’iniziativa “è a nome del GAP (Giuristi e avvocati per la Palestina) ma soprattutto a nome dei cittadini italiani che sono imbarcati e che ci hanno fornito le deleghe a procedere”. La settimana prossima denunceremo alla Corte penale internazionale il governo italiano per complicità in genocidio. L’azione della Flotilla è perfettamente conforme al diritto internazionale e non ha violato alcuna norma. In acque internazionali , una nave che batte bandiera italiana è da considerare territorio italiano, dunque ogni reato compiuto a bordo è procedibile.

Il governo italiano aveva l’obbligo di tutelare i cittadini italiani .Quando la fregata militare italiana, la Alpino, ha smesso di prestare assistenza (con comunicazione via radio) a 150 miglia nautiche dalla costa di Gaza, in piene acque internazionali, ha commesso omissione. Perché il governo italiano ha scelto di coprire le responsabilità di Israele, limitandosi al minimo indispensabile.

A.V.: Chiariamo necessariamente un punto fondamentale: è in atto una guerra israelo/palestinese o Israele ha occupato Gaza. Ovvero c’è una guerra che può giustificare un blocco navale o Gaza, che oltretutto non ha un esercito, sta subendo un’occupazione da 77 anni?

G.R.S.: A Gaza non vi è una guerra simmetrica tra due eserciti. Non si vedono cannoni, cacciabombardieri, carri armati palestinesi contro uno degli eserciti più armati del mondo, anche con l’apporto di aziende italiane. A Gaza il bersaglio son i civili, con stragi efferate e feroci devastazioni quotidiane. La Corte penale internazionale e l’inchiesta ONU qualificano l’azione israeliana come “genocidio”. La Flotilla ha gridato al mondo l’ipocrisia e l’omertà con cui molti Stati affiancano, nei fatti, il criminale governo israeliano. L’occupazione di Gaza dura da settanta anni e gli 800.000 coloni illegittimi in territori palestinesi occupati ci dicono quale sia il progetto della “grande Israele” che, secondo una lettura estremista della Torah, è alla base della destra sionista che è, oggi, in gran parte attigua ai fascisti. Anche in Italia.

A.V.: Come sono definiti i confini del mare territoriale? Entro quante miglia ?

G.R.S.: Il principio della libertà di navigazione nell’alto mare è una regola consuetudinaria del diritto internazionale , come afferma Domenico Gallo, ribadita dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del mare (UNCLOS). Essa definisce i confini del mare territoriale (12 miglia) consentendo l’esercizio di poteri sovrani nella zona contigua che si estende sino a 24 miglia. L’ intercettazione della Flotilla , avvenuta molto oltre le 24 miglia, è, quindi, un grave reato, in base al diritto del mare.

A.V.: La Cig (Corte internazionale di giustizia) si espressa in merito all’occupazione illegale da parte di Israele su Gaza, anche riguardo la zona costiera e lo spazio aereo, riconoscendo che solo la Palestina ha diritto su questi spazi secondo la CdM (Convenzione di Montego) a cui ha aderito nel 2015. Puoi chiarire questo diritto?

G.R.S.: Israele occupa territori in maniera illegittima . Non può assolutamente impedire il passaggio di tutto ciò che è necessario per la sopravvivenza della popolazione illegittimamente occupata . Lo prescrive espressamente l’articolo 23 della Quarta Convenzione di Ginevra. Il blocco delle coste di Gaza è assolutamente illegale anche in base alla Convenzione per la Prevenzione e Repressione del delitto di Genocidio. La Corte Internazionale di Giustizia ha stabilito che Israele non può operare il blocco delle coste di Gaza “in particolare per quanto riguarda la fornitura di cibo, acqua, elettricità, carburante, alloggi, vestiario, igiene e forniture mediche”. Israele non ha eseguito queste ordinanze e continua a compiere genocidio

A.V.: Secondo il manuale di Sanremo (parr. 103-104), la parte contendente che impone il blocco non può impedire in nessun caso il libero soccorso umanitario proveniente da altri popoli e in qualsiasi forma o mezzo venga fornito al popolo che subisce l’occupazione. Puoi chiarire questo punto fondamentale che oggi, con il blocco della Flotilla non è stato rispettato da Israele, interrompendo la missione?

G.R.S.: Il diritto umanitario è violato. A Gaza viene attuata pulizia etnica . Questi atti illegali ricadono nell’ambito del diritto penale. Per gli attivisti italiani della Flotilla, quindi, i reati israeliani possono essere giudicati dall’autorità giurisdizionale italiana. Anche perché gli attivisti hanno subito sequestro di persona. Molti sono i precedenti. Perché il giudice italiano possa procedere per reati commessi da Stato estero contro cittadini italiani è necessaria la richiesta del Ministro della Giustizia

Intervista pubblicata sul numero di ottobre 2025 del mensile Lavoro e Salute

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