Intervento del segretario nazionale del nostro partito Maurizio Acerbo a Pechino alla cerimonia di apertura del Forum Mondiale del Socialismo organizzato dall’Accademia Cinese delle Scienze Sociali che ha visto la partecipazione di decine di partiti e intellettuali da tutto il pianeta.
Il testo dell’intervento:
Cari compagni,
Innanzitutto, vorrei esprimere il mio sincero ringraziamento all’Accademia cinese delle scienze sociali per l’invito a partecipare al 15° Forum mondiale del socialismo.
Durante questo anno abbiamo ricordato nei nostri paesi l’80° anniversario della vittoria sul nazifascismo e la fine della Seconda Guerra Mondiale. In particolare il popolo cinese ha commemorato l’80° anniversario della vittoria della Guerra di Resistenza Popolare contro l’aggressione giapponese. Come ha ricordato il Presidente XI Jinping: “Con immenso sacrificio nazionale, il popolo cinese diede un contributo fondamentale alla salvezza della civiltà umana e alla salvaguardia della pace mondiale”. L’assenza dei capi di governo dei paesi occidentali alla commemorazione è stata un’ingiustificabile offesa alla memoria di decine di milioni di caduti e al popolo cinese. Questo è un segno della regressione che caratterizza da tempo gli USA e gli altri paesi della NATO.
La vittoria antifascista del 1945 generò in tutto il mondo un processo rivoluzionario di democratizzazione perchè con il nazismo e il fascismo persero legittimità anche il militarismo, il colonialismo, l’imperialismo, il razzismo, il suprematismo bianco dal cui ventre era stata partorita la belva fascista.
In questo clima fu scritta la Carta delle Nazioni Unite che affermava la dignità e il valore della persona umana, l’eguaglianza dei diritti degli uomini e delle donne e delle nazioni grandi e piccole, l’impegno a “salvare le future generazioni dal flagello della guerra”, sviluppare tra le nazioni relazioni amichevoli fondate sul rispetto e sul principio dell’eguaglianza dei diritti e dell’auto-determinazione dei popoli, conseguire la cooperazione internazionale, promuovere ed incoraggiare il rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali per tutti senza distinzioni di razza, di sesso, di lingua o di religione.
Progressivamente nel corso dei decenni successivi la decolonizzazione si impose grazie all’eroica lotta dei popoli del sud del mondo nonostante la resistenza delle vecchie potenze.
Anche le società capitalistiche occidentali uscirono trasformate dalla vittoria antifascista – soprattutto in Europa – per l’enorme forza del movimento operaio. Fu impossibile fermare la progressiva avanzata delle classi lavoratrici che conquistarono la democrazia, lo stato sociale e solidarizzarono con i movimenti di liberazione nazionale.
Dopo quaranta anni di neoliberismo e un trentennio in cui gli Stati Uniti hanno cercato di imporre il proprio dominio unipolare siamo arrivati al punto che nelle società occidentali – ma non solo – assistiamo a quello che Samir Amin nel 2013 definì “il ritorno del fascismo sulla scena politica con la crisi del capitalismo contemporaneo”. Anche se non si ripropongono in maniera identica le forme degli anni ’30 e ’40 del secolo scorso molti elementi che caratterizzarono i fascismi stanno riemergendo e sono purtroppo arrivati fin dentro alla Casa Bianca. E’ particolarmente evidente in questi giorni con la minaccia esplicita di intervento armato contro il Venezuela bolivariano. Il genocidio a Gaza – reso possibile dal sostegno USA a Israele – mostra quali tendenze distruttive e disumane caratterizzano in questa fase l’imperialismo occidentale, anche se suscita speranza la mobilitazione mondiale di solidarietà con il popolo palestinese che ha dato voce all’indignazione di fronte ai crimini del governo fascista di Netanyahu. In Italia abbiamo avuto due scioperi generali contro il genocidio a Gaza. È importante far rivivere la tradizione di solidarietà internazionalista tra la classe operaia. Palestina libera!
Le Nazioni Unite, il multilateralismo, il diritto internazionale subiscono da tempo un attacco volto a negarne il ruolo.
E’ compito delle forze di ispirazione socialista e comunista a livello mondiale e in ogni paese difendere l’eredità delle lotte contro il fascismo e il colonialismo di cui sono state le principali protagoniste, e rilanciare l’impegno per la pace e il disarmo contro la militarizzazione delle relazioni internazionali. In questo quadro si inserisce la difesa dei principi del diritto internazionale e l’esigenza di una governance globale non fondata sul predominio unilaterale e sulla prepotenza militare ma sul diritto di tutti i popoli a relazioni economiche che garantiscano i diritti fondamentali, giustizia e prosperità. E’ fondamentale il ruolo che la Cina sta svolgendo sul piano internazionale. Il presidente Xi Jinping ha affermato che “l’umanità è una comunità con un futuro condiviso. La Cina può prosperare solo quando il mondo prospera”. Un approccio diverso da quello di chi punta sul riarmo e i dazi.
Dalla modernizzazione cinese arriva un esempio che può consentire di contrastare l’egemonia neoliberista in Occidente. Dopo aver vinto una rivoluzione anticoloniale e sociale la Cina ha imboccato la strada indicata da Lenin del passaggio «da paese misero e povero in paese ricco». Per conseguire questo risultato – aggiungeva Lenin – occorre assimilare «le ultime conquiste della tecnica» nei paesi capitalisti. Il nostro Antonio Gramsci sosteneva che il socialismo non poteva coincidere con il «collettivismo della miseria» e in carcere studiava americanismo e fordismo. La Cina ha vinto queste sfide.
Oggi anche le imprese capitalistiche in Occidente riconoscono che la capacità del potere pubblico di indirizzare l’economia rende più forte la Cina. Gli esperti di ecologia riconoscono i grandi risultati conseguiti. Questo enorme fatto storico ridà forza alla critica dello strapotere del capitale finanziario e consente di rilanciare nei nostri paesi l’intervento pubblico, la programmazione e la pianificazione, la nazionalizzazione o altre forme di proprietà sociale, la necessità di qualche forma di socialismo per affrontare lee crisi sociali prodotte dal capitale, l’impatto dell’innovazione tecnologica e la crisi ecologica ed evitare che l’umanità sprofondi nella barbarie e nella guerra.
I popoli, le classi lavoratrici, le donne, i giovani, le minoranze oppresse, le persone lgbtqi+ hanno bisogno della pace per lottare per i propri diritti e la propria liberazione. Oggi, come nel 1914, la lotta contro la guerra è il compito principale dei comunisti e dei socialisti.
Durante il volo dall’Italia ho avuto la possibilità di vedere un film intitolato ‘1921’ sulla nascita del Partito Comunista Cinese. Grazie ai comunisti cinesi per la loro eroica storia e la loro grande rivoluzione che ha sconfitto la povertà e restituito indipendenza e dignità a un grande paese.





