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Rifondazione: Omicidi su omicidi nei cantieri

Ancora quattro morti sul lavoro, in un solo giorno. La strage non si ferma e nemmeno si fermerà grazie anche ai provvedimenti presi dal governo che non toccano le cause di fondo da cui ha origine. Sono il sistema degli appalti al massimo ribasso, la precarizzazione del lavoro, la corsa al massimo profitto, che sono alla base della catena infinita delle morti sul lavoro. È su queste cause che si deve intervenire. Servono naturalmente anche maggiori controlli, un maggior numero di ispettori, occorre anche formazione ma è necessaria, ancora di più la mobilitazione dal basso la lotta quotidiana per migliorare le condizioni del lavoro. Bisogna introdurre nei casi di accertate gravi responsabilità delle aziende l’ introduzione del reato di omicidio sul lavoro. Per questo ci battiamo da tempo e continueremo a batterci. Non bastano né le chiacchiere né i pannicelli caldi. Bisogna ridare dignità al lavoro. Oggi per molte imprese, una lapide in più non fa differenza, l’importante è salvaguardare profitti e impunità. E a poco servono le lacrime di coccodrillo di molte istituzioni, né le parole pronunciate ritualmente, come un mantra. Chi non affronta le ragioni strutturali di questa carneficina ne è semplicemente complice.

Maurizio Acerbo, Segretario Nazionale di Rifondazione Comunista
Paolo Benvegnù, Responsabile Nazionale Lavoro di Rifondazione Comunista

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